Kumai Kazuhiko sensei

伯耆流居合道

Hōki Ryū Iaidō

Tsune ni ite kyu ni awasu
"Qualunque cosa stiamo facendo, in qualsiasi momento, dobbiamo sempre essere pronti"

Armonia, equilibrio, calma, determinazione, precisione, cura dei particolari, uso della respirazione: questa è la scuola di Iaido Hōki Ryū. Obiettivo della pratica è rendere il Samurai capace di agire prontamente ad un attacco improvviso, reagendo in un unico movimento con una tecnica adeguata. Porre la corretta attenzione alla giusta tecnica, ci offre la possibilità di vincere il combattimento fermando l’avversario, se possibile, sull’intenzione di attacco o, se necessario, durante l’attacco vero e proprio.

Sono diversi gli ambiti di studio e di progressione nella pratica: dapprima viene lo studio della postura e della tecnica, in particolare  il maneggio della Katana, la spada lunga. Attraverso la costante ripetizione dei kata, sia da soli che in coppia contro un avversario che sferrerà gli attacchi in maniera sempre più impegnativa, sarà possibile iniziare a percepire la distanza corretta (Ma) e a cogliere il momento più favorevole (Maai) per portare le tecniche più efficaci su bersagli precisi.
La progressione nella tecnica sarà affiancata nel tempo da una sempre maggiore attenzione posta nei confronti dell’avversario/compagno di pratica tesa allo sviluppo della propria capacità di saper cogliere i mutamenti che, prima e durante il combattimento/allenamento, accompagneranno impercettibilmente l'altro contendente in ogni fase del conflitto/pratica.
 In questo saper cogliere ogni aspetto delle situazioni che ci circondano, armonizzandoci con esse, risiede l'essenza della Hōki Ryū Iaidō che sviluppa quindi la nostra abilità nell'utilizzo dell'unica vera arma che possediamo: "il Sé unito al Tutto".

Il termine Iaidō ,in Giapponese, si può tradurre con "la Via dell'armonizzazione/unione del Sé"

Sei za
Seiza

Osservare l'avversario portando la mano sinistra alla spada e puntare rapidamente il suo viso con la Tsuka gashira, la parte terminale dell'impugnatura, nel tentativo di bloccare la sua intenzione di attaccare. Con questa sequenza di movimenti, presente in ogni kata della scuola, lo spadaccino mostra la sua intenzione di non attaccare mai per primo, ma se l'avversario non desiste, con un gesto fulmineo la spada viene sguainata e, in un unico movimentro, colpisce un punto non vitale in un ultimo, estremo tentativo di bloccare una volontà ostile. Solo in caso in cui non sarà possibile fare altrimenti verrà eseguita una seconda tecnica definitiva: precisa, pulita, senza odio. Pulire la spada nel rinfoderarla sarà l'ultimo atto da compiere per ritrovare l'equilibrio nel corpo, nella mente e nel cuore e per tornare in armonia con il Tutto.

La pratica dello Iaidō di questa scuola mette in equilibrio corpo, mente e cuore e amplia la percezione unendo il Sè, l'Altro e il Contesto in un unico flusso. Questo stato coscienza attiva permette di liberare la mente dalla paura e dai sentimenti ostili, il corpo agisce in armonia col Tutto e solo in questa condizione diventa possibile percepire le intenzioni di chi abbiamo di fronte, agendo con risolutezza, con la giusta strategia, al momento giusto.

Quando ci si prepara ad uno scontro il corpo deve rilassarsi, la mente deve essere vigile e le azioni dovranno essere misurate e conseguenti ad ogni azione dell’avversario, mai eccessive, sempre contenute nella giusta misura. Questo permetterà di agire nella maniera più rapida possibile, anche prevenendo le intenzioni dell'avversario. “Sen no sen wo toru", agire prima del prima. Se si “agisce prima del prima” è possibile governare un paese in pace ed armonia, senza che nasca alcun conflitto. Ciò è chiamato “jirin no iai”. (Heishū Jirinden, Vol.1, Iai wage).
In questo risiede l'essenza degli insegnamenti della Hōki Ryū Iaidō:
"Saya no uchi de katsu" ovvero "Vincere con la spada nel fodero"

Noto
Kumidachi

Questa scuola, nei secoli, è stata sempre legata alla famiglia Katayama dalla quale ha ricevuto in dote disciplina, etica e tecniche. Il Maestro Kumai Kazuhiko, insegnante e padrino del Garyuan Dojo Roma avendo anche scelto per il nostro Dojo il nome del suo Dojo storico aperto a Milano negli anni '70, il Garyuan Dojo, ha studiato con Nakazono Yoshio sensei nella città di Kurume prefettura di Kukamoto.
Nakazono Yoshio Sensei, prima della Seconda Guerra Mondiale, apprese lo Iaijustsu direttamente da Hoshino Ryūta, il quale fino al 1939, anno della sua morte, come caposcuola della famiglia Hoshino di Kumamoto, manteneva per tradizione familiare i rapporti di filiazione con la famiglia Katayama. Quest’ultima tramite il suo caposcuola Katayama Busuke, nel corso del 1938, fece visita alla famiglia Hoshino a Kumamoto, per un incontro di approfondimento della Katayama Ryū, nel corso del quale alcuni studenti della famiglia Hoshino riceverono il Menkyo Kaiden di Katayama Ryū.

La principale differenza tecnica tra la Katayama Ryū, sviluppatasi ad Iwakuni, e la Hōki Ryū, sviluppata dalla famiglia Hoshino a Kumamoto, deriva dal fatto che nel Dōjō di quest'ultima non era presente lo Iaidai, ovvero la “macchina per praticare lo Iaidō”: mancando un bersaglio fisico, la pratica della Hōki Ryū si è sviluppata in kata la cui esecuzione richiede una dose particolarmente alta di equilibrio fisico ed Armonia interiore, nonché di onestà intellettuale: non avendo un bersaglio da colpire o un compagno su cui provare la tecnica, il praticante di Hōki Ryū è l'unico giudice della propria tecnica.

Mentre la Katayama Ryū è nata tra la fine del '500 e gli inizi del '600, l'origine della linea sviluppata a Kumamoto dalla famiglia Hoshino risale al XVIII secolo.
Nel 1776, il Samurai Hoshino Kakuemon Sanesada si recò ad Iwakuni per studiare la Katayama Ryū. Hoshino, che era un feudatario della famiglia Katayama, non poté completare l'addestramento ad Iwakuni, limitandosi allo studio dei kata di Iaidō.
Una volta rientrato nel suo feudo di Kumamoto, Hoshino cominciò ad insegnare nel proprio Dōjō le tecniche apprese ad Iwakuni, definendole, per l'appunto, Hōki Ryū dal nome della Provincia amministrata dalla famiglia Katayama. In seguito, inoltre, altri discendenti della famiglia Hoshino si recarono ad Iwakuni per studiare nel Dōjō della famiglia Katayama.

Sviluppandosi in un differente Dōjō, i kata di Iaidō praticati a Kumamoto presero gradualmente delle caratteristiche proprie rispetto agli originali. Nonostante ciò, il legame tra le due scuole non si spezzò. Nel 1938, l'ultimo Sōke della Katayama Ryū, Katayama Busuke Hisamichi, si recò in visita all'allora capofamiglia degli Hoshino, Hoshino Ryuta Saneshige: dopo aver visto la pratica dei kata di Iaidō nel Dōjō di Kumamoto, Katayama Busuke Hisamichi riconobbe il comune patrimonio sia tecnico che, soprattutto, filosofico ed etico delle due Scuole, permettendo quindi a Hoshino di continuare a definire il suo stile “Hōki Ryū”.

Pochi anni dopo, nel 1945, Busuke Hisamichi perì assieme al resto della famiglia Katayama nell'olocausto nucleare di Hiroshima.
Con l'interruzione della linea di tradizione principale, la Katayama Ryū venne tramandata soprattutto grazie al lavoro di quella che venne poi definita Hōki Ryū Hoshino-ha. A partire agli anni '70, inoltre, la Hōki Ryū della famiglia Hoshino si è diffusa al di fuori dei confini giapponesi arrivando in Italia grazie al lavoro del Maestro Kumai Kazuhiko.


Sample media

Nel Garyuan Dojo Roma, si apprende l’Hōki Ryū sotto la guida del maestro Kumai Kazuhiko, il quale ha studiato con Nakazono Yoshio sensei nella città di Kurume nella prefettura di Kukamoto. Maestro di Arti Marziali, scultore e musicista, nel 2009 ha scelto per il nostro Dojo il nome del suo Dojo personale, il Garyuan Dojo, presente a Milano dal 1968.