Katori Shinto 01

天真正伝香取神道流

Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū

1. La scuola
La Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū è una scuola di Sogobūdō, ovvero una Scuola che, considerando interamente il suo bagaglio tecnico tradizionale, istruisce i praticanti nell’uso delle armi classiche del Bushi dell’epoca feudale giapponese e nel combattimento disarmato, oltre che in un’altra serie di specialità che vanno dallo studio della tattica e della strategia militare (Sen Jutsu), allo studio dell’Arte dello spionaggio (Nin Jutsu), dalla medicina orientale agli insegnamenti esoterici (Kujikiri), alla geomanzia (studio della conformazione del territorio) ed all’Arte delle fortificazioni (Chikujo Jutsu).

La Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū è oggi la più antica Scuola di Bujutsu (Arti Marziali tradizionali) tuttora esistente ed attiva e, nel Paese del Sol Levante è considerata Tesoro Nazionale della Cultura e dell'Arte Giapponese. Fu fondata nel 1447 nel Tempio shintoista di Katori, da cui la Scuola ha preso il nome, da Izasa Iienao, che assunse poi il nome Choisai.

Per volontà del Fondatore, la Scuola è rimasta sempre indipendente da qualunque clan nobiliare o fazione politica nell'epoca del Giappone feudale e, anche per questa ragione, ha spesso accolto in tutte le epoche Samurai e Ronin provenienti da tutto il Giappone. Molti di questi, dopo aver praticato per un certo periodo all’interno della scuola, se ne allontanavano per fondare poi altre Ryū. Spesso nei documenti originali di molte Kō Ryū, infatti, sono rintracciabili racconti che narrano dei rapporti intercorsi tra queste scuole e la Katori Shintō Ryū.

2. Le armi della scuola
Il bagaglio tecnico della scuola comprende lo studio e l’approfondimento di varie discipline:
· Iai jutsu: l’arte dell’estrazione e taglio - 16 kata
· Ken jutsu: l’arte del combattimento con la spada - 12 kata
· Bo jutsu: l’arte del combattimento con il bastone lungo (182 cm)- 12 kata
· Naginata jutsu: l’arte del combattimento con l’alabarda - 7 kata
· Ryoto jutsu: l’arte del combattimento con le due spade - 4 kata
· Ko dachi jutsu: l’arte del combatimento con la spada corta - 3 kata
· Yari jutsu : l’arte del combattimento con la lancia - 9 kata
· Shuriken jutsu: l’arte dell’uso di piccole armi da lancio - 24 kajo
· Ju jutsu: l’arte del combattimento disarmato - 36 kajo

Iai Jutsu
Ken Jutsu
Bo Jutsu
Naginata Jutsu

Ad eccezione dello Iai Jutsu, che viene praticato singolarmente con spade in metallo (acciaio o lega di alluminio-zinco), tutte le altre discipline vengono studiate praticando Kata (forme prefissate) in coppia, di livello tecnico via via crescente. Ogni Kata, quindi, è composto di due parti per i due praticanti che si confrontano. Il Kata appare come un rapido scambio di tecniche di attacco, schivata e contrattacco tra i due. Già dai livelli base della scuola, il numero di tecniche studiate è molto elevato. In realtà, la ricchezza di questa Tradizione Marziale si riesce a comprendere meglio soltanto quando, accedendo ai livelli superiori di studio, se ne iniziano ad apprendere e a sviscerare i segreti. Come ripeteva sempre il Maestro Hatakeyama, di cui al Garyūan Dōjō seguiamo gli insegnamenti, la pratica del Katori Shintō Ryū è un percorso circolare: bisogna comprendere bene l’uso dei Kata base del Ken Jutsu per affrontare lo studio del Bo Jutsu, poi del Naginata Jutsu, quindi di tutte le altre discipline che seguono, fino all’apprendimento di tutto il bagaglio tecnico del Ryū. Terminato questo studio, il praticante avrà affrontato molte situazioni diverse di combattimento suggerite dai Kata stessi. Soltanto in questo momento avrà la giusta esperienza per comprendere a fondo il significato di tutti Kata imparati e di tutta la ricchezza che essi celano agli occhi di un principiante o di un neofita; soltanto allora sarà pronto per continuare lo studio degli aspetti più profondi della Scuola con una consapevolezza diversa.

L’attenzione della Scuola è incentrata principalmente nello studio del maneggio della Katana. Tutti i Kata base, infatti, prevedono l’uso della spada opposta all’arma dell’avversario: spada contro spada nel Ken Jutsu, Bō contro spada nel Bō Jutsu, Naginata contro spada nel Naginata Jutsu e così via. In altre parole, il praticante di Katori Shintō Ryū impara non solo ad utilizzare armi con caratteristiche molto diverse tra di loro (peso, lunghezza, presenza o meno della lama), ma soprattutto impara a gestire distanze e velocità diverse imposte dalle caratteristiche delle varie armi.

Colpo d’occhio, sangue freddo, velocità e potenza sono le caratteristiche principali che il praticante deve affinare; il tutto necessita anche di una notevole resistenza fisica in quanto le serie di Kata consecutive vengono eseguite per tempi prolungati e lo sforzo fisico intenso, con ritmi variabili che fiaccano il fisico e la concentrazione, va protratto per tempi che raggiungono i 7-10 minuti per singola serie. Più il livello dei praticanti è alto, più la perfetta fusione di Ki-Ken-Tai (forza interiore, spada e corpo) deve realizzarsi per evitare che il livello di uno dei praticanti sovrasti l’altro.

3. “Ichi gan, ni soku, san tan, shi riki”
Nel Katori Shintō Ryū, e nel Budō in generale, la tecnica non è fine a se stessa, ma è soltanto uno strumento a disposizione del praticante per ottenere il suo obiettivo. Questo strumento, però, per poter essere funzionale deve essere ben costruito e soprattutto correttamente utilizzato.

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Ichi gan – primo: gli occhi, lo sguardo
La consapevolezza della situazione contingente, dello scontro con l’avversario, della sua "presenza", ma soprattutto delle proprie potenzialità e delle proprie capacità sono alla base di una corretta gestione del combattimento. Lo sguardo fisso ed attento agli occhi dell’avversario è la prima manifestazione della coscienza del sé ed il punto di partenza di ogni tipo di confronto.

Ni soku – secondo: i piedi, gli spostamenti
Non esiste tecnica senza spostamento del corpo. Nel Katori Shintō Ryū, l’arma che utilizziamo ha sempre soltanto una funzione “offensiva” e per questa ragione non viene mai utilizzate per difendersi dai colpi dell’avversario. L’unica arma di difesa in questo Ryū è lo spostamento che, se correttamente eseguito, ci permette di sottrarre il corpo ai colpi dell’avversario. Ma non è tutto. Lo spostamento corretto ci deve permettere contemporaneamente all’azione difensiva appena descritta, di conquistare il centro dell’avversario posizionandoci correttamente in modo da ottenere il massimo dell’efficacia nei colpi sferrati.

San tan – terzo: il tanden, il centro del corpo.
Conquistare il centro dell’avversario fissando il nostro centro ad una struttura corporea correttamente posizionata e, contemporaneamente, destrutturare il corpo e l'intenzione dell’avversario stesso rendendo le sue azioni inefficaci. Questo uno degli insegnamenti più profondi del Katori Shintō Ryū. Il tanden coincide fisicamente con il centro di massa del corpo umano. Mantenerne il controllo e gestirlo dinamicamente significa imprimere alle tecniche eseguite una energia superiore spesso alle nostre aspettative. Attingere alle energie interne che nel tanden risiedono significa superare i propri limiti.

Shi riki – la forza, la tecnica
Il giusto uso della forza e la corretta esecuzione della tecnica sono elementi imprescindibili durante uno scontro, anche se questi elementi nel Katori Shintō Ryū risultano in ordine subalterni ai concetti descritti prima.

4. “Ma to maai to zanshin”
Sguardo, spostamento, tanden e tecnica sono le nostre armi, ma vanno correttamente utilizzate alla distanza giusta, al momento più opportuno e con il giusto grado di attenzione.

Ma: la (corretta) corretta distanza di esecuzione
Maai: la distanza tra due eventi nel tempo; il (corretto) tempo di esecuzione
Zanshin: la mente nel qui, ora; la mente vigile. Lo stato della presenza mentale

Pur essendo stata codificata oltre cinquecento anni fa, la Tenshin Shōden Katori Shintō Ryū è ancora oggi una scuola completa, ricca e soprattutto "moderna". Una scuola che, allenando il fisico al combattimento armato, affina contemporaneamente la mente addestrandola a restare lucida in ogni momento e rendendola così pronta ad affrontare ogni tipo di situazione diversa.


Sample media

La pratica nel Garyūan Dōjō Roma avviene secondo gli insegnamenti di G. Hatakeyama Sensei, scomparso nel dicembre del 2009