片山流
Katayama Ryū Iaikenjitsu
"Bu, l’Arte Marziale, è la forza militare che si estingue naturalmente" (Heisō Jirinden, Vol.1 - 1)
La Katayama Ryū è la scuola intorno a cui ruotano i cardini del Garyuan Dojo Roma. È una scuola incredibilmente ricca dal punto di vista tecnico, ma soprattutto è una scuola che ha trasmesso fino ad oggi l'etica e i contenuti educativi di una cultura che, profondamente cosciente delle conseguenze dei conflitti, attraverso gli insegnamenti delle Arti Marziali, è riuscita ad evolvere una filosofia interamente dedita al raggiungimento e alla conservazione della pace tra gli uomini. Gli insegnamenti tecnici ed etici del Ryū sono stati sintetizzati in quella che possiamo considerare l'opera centrale della trasmissione della famiglia Katayama: il testo Heishū Jirinden scritto da Katayama Hisataka, figlio del fondatore del Ryū Katayama Hoki-no-kami Fujiwara Hisayasu, nel 1647.
L'opera si apre definendo immediatamente la "Via" del Guerriero nella scuola con questa frase:
“Bu, l’Arte Marziale, è la forza militare che si estingue naturalmente”.
“Bu” è una forza militare. Rappresenta quindi tutto ciò che si richiede ad un militare difensore: preparazione, addestramento, determinazione e disciplina. Ma questa forza militare dovrà "estinguersi naturalmente”. Svolto il suo compito non dovrà lasciar traccia visibile di sé lasciando il territorio in pace.
La Scuola introduce immediatamente il praticante al maneggio della Katana, la spada lunga, attraverso l'allenamento allo "Iaidai" che permetterà di affinare la tecnica del taglio e il principio fondamentale di "Iso no nami". Di seguito, così come avveniva nel XVII Sec. nel feudo di Iwakuni, gli spadaccini vengono introdotti alle tecniche in coppia che addestrano al combattimento, insegnando a gestire spazio e tempo oltre che a dominare le proprie emozioni. Obiettivo ultimo della pratica è quello di addestrare il combattente a leggere le intenzioni dell'avversario con l'intento di prevenire le sue mosse nel tentativo di evitare che il conflitto si inneschi. In questo infatti risiede l'insegnamento profondo della scuola: “Sen no sen wo toru", agire prima del prima. Se si “agisce prima del prima” è possibile governare un paese in pace ed armonia, senza che nasca alcun conflitto. Ciò è chiamato “jirin no iai”. (Heishū Jirinden, Vol.1 -2).
Si può dire che in questo concetto sia espressa tutta la Filosofia della Scuola. Si tratta di un pensiero in cui l'Arte Marziale non viene utilizzata per imporre il proprio volere agli altri, bensì per giungere ad una situazione di Armonia, per riportare equilibrio laddove questo sia stato alterato o rotto da un atto di violenza. Il praticante di Katayama Ryū sa bene come utilizzare una katana, ma farà di tutto per non arrivare a doverlo fare. Il nome stesso del nostro Dojo, trasmessoci dal Maestro di Hoki Ryū Kazuhiko Kumai esprime proprio questo concetto. Garyuan è infatti "la dimora del Drago vigile e tranquillo": "Garyū è un drago che giace tranquillo ed è l'immagine di chi indossa la katana e la lascia nel fodero, pronta e ben affilata, senza però estrarla finché non è assolutamente necessario" (Heishū Jirinden, Vol.2 - 23).
Katayama Hisayasu, fondatore della Katayam Ryū, visse la prima parte della propria vita sul finire dell'Era Sengoku (dei Regni Combattenti); fu al servizio dell'importantissimo Clan Toyotomi e la sua fama di Maestro di Ken Jutsu fu tale da essere convocato, nel 1610, di fronte all'Imperatore Goyozei per una dimostrazione sui principi della scuola. A seguito di tale evento l'imperatore lo elevò al rango nobiliare di Jugoige e di governatore del feudo di Hoki. La fine dell'Era Sengoku segnò anche la fine del Clan Toyotomi. Nel periodo di pace che seguì all'affermazione dello Shogunato Tokugawa, Katayama Hisayasu iniziò una riflessione profonda su quale dovesse essere il ruolo di un Bushi, arrivando a sviluppare gli importanti concetti che suo figlio, Katayama Hisataka, espose poi nello Heisō Jirinden.
La Storia della Katayama Ryū abbraccia i tre secoli e mezzo successivi vedendo la scuola fortemente influente nel panorama marziale dell'epoca, ma si interrompe bruscamente nel 1945, quando Katayama Busuke Hisamichi, ultimo Sōke della Scuola, perse la moglie e il figlio, futuro successore della famiglia, nel bombardamento atomico di Hiroshima. La linea diretta di sangue così si interruppe. Il bagaglio tecnico relativo allo Iai kenjitsu è giunto sino a noi poiché prima della sua morte, avvenuta nel 1944, questi aveva trasmesso tutta la tradizione Katayama a uno studente proveniente dal Kyūshū, presso il quale studiò poi, tra gli anni '69 e '70, il Maestro Niwata Yoshiho di Osaka, maestro di Wada Yuji sensei.
La pratica nel nostro Dōjō avviene seguendo gli insegnamenti del Maestro Yuji Wada, allievo di Niwata Yoshiho sensei. Il M° Wada si occupa inoltre della traduzione dal Giapponese antico al Giapponese moderno del testo Heisō Jirinden e di altri documenti appartenenti alla scuola Katayama Ryū, tradotti poi in Italiano dal Maestro Costantino Brandozzi dell'Iso no Nami Dojo di Ascoli Piceno. Wada sensei segue da vicino anche lo sviluppo del Metodo Katayama utilizzato nelle scuole Italiane come metodo educativo.
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Tecniche ed azioni tipiche della scuola