Asayama _01

合氣道

Aikido

Un'intervista al M° Stefano Romagnoli - VI Dan Aikikai
Sull'Aikido si è scritto davvero tanto ed è facile trovare su libri, riviste e siti internet, articoli che ne descrivono gli aspetti tecnici, storici e culturali. In questa pagina, nel tentativo di dare un punto di vista più "intimo" della pratica, abbiamo pensato di descrivere questa meravigliosa disciplina attraverso gli occhi e la storia personale dell'insegnante del nostro dojo.

Maestro Romagnoli, può definire brevemente l’Aikido non tanto dal punto di vista tecnico quanto dal punto di vista dei contenuti? Mi spiego: cosa rende l’Aikido "diverso" dalle altre Arti Marziali?
Se confrontiamo l'Aikido con qualsiasi altra forma di arte marziale e teniamo in conto solo le tecniche, penso che non ci siano poi tante differenze, a parte i vari modi di praticare. Lo scopo di tutte le arti marziali è di creare bravi combattenti che hanno forti principi morali e di onore di conseguenza persone migliori, ed anche qui l'Aikido non differisce poi di molto. Penso che la vera differenza sia nel fatto che nell'Aikido non si fanno combattimenti, lo scopo è di eliminare ogni tipo di competizione o desiderio di competere, se non c'è competizione c'è armonia.

Cosa cerca il praticante di Aikido principiante nella pratica e cosa può a trovare?
Premesso che ogni persona cerca cose diverse ed è difficile generalizzare se non addirittura impossibile e spesso chi si accosta all'Aikido per la prima volta non sa bene cosa sta trovando. Tuttavia secondo me dipende dall'età. Sicuramente un giovane è molto fisico, cerca la forza, gli piace sudare, faticare, sviluppare il fisico, insomma essere il più forte. Le persone adulte sono ancora molto fisiche ma cominciano a cercare qualcos'altro come ad esempio le tecniche più efficaci. Le persone anziane, si perché l'Aikido si può praticare a qualsiasi età, non avendo più molta forza cercano l'armonia. Come diceva il mio vecchio maestro, l'Aikido è un grande piatto che contiene molte cose, ognuno prende ciò che vuole e trova ciò che cerca.

Cosa significa Aikido? È possibile sperimentare il significato profondo del nome nella pratica quotidiana?
Aikido letteralmente significa AI=armonia, KI=energia, DO=via, la via dell'armonia con l'energia. Ma quale armonia, a quale energia si riferisce e quale via? L'energia è dentro di noi, è quella che ci permette di superare le difficolta, di superare i momenti difficili, i nostri limiti e ci spinge a migliorare. La via è l'Aikido stesso. Attraverso la pratica dell'Aikido utilizziamo la nostra energia vitale per migliorare noi stessi e trovare l'armonia con tutte le cose.

Il termine Aikido può essere tradotto in molti modo in relazione al livello di esperienza del praticante. Per i principianti è corretta la traduzione come la “Via dell’unione dell’Energia”? Cosa vuol dire?
In realtà c'è un unico modo in cui si può tradurre l'Aikido e lo abbiamo spiegato prima. Quello che cambia nei diversi livelli di pratica, al di là della capacità tecnica, è la consapevolezza dell'armonia o in altre parole la capacità di entrare in uno stato di armonia.

Al di là delle spiegazioni, nel dojo, come possiamo sperimentare questo concetto attraverso la pratica?
Attraverso le tecniche proposte dall'istruttore e la pratica con il compagno, l'allievo si trova ad affrontare se stesso: non riesco a farlo..., non ne ho la forza..., non ce la faccio..., la tecnica non funziona...      Spesso mi capita di sentire queste frasi, e per questi motivi alcuni rinunciano. Questo è perché si è ancora attaccati al concetto di competizione. Quando l'allievo capisce che il Dojo non è un luogo di competizione ma un luogo dove crescere con gli altri e sperimentare l'armonia, allora abbandona il concetto di competizione e del sé e si lascia andare alla pratica, allora nascono le infinite tecniche dell'Aikido di cui parla Morihei Ueshiba, il fondatore dell'Aikido.

Le Arti Marziali insegnano a combattere e a vincere, quindi spesso sono assimilate alla difesa personale. Lei cosa ne pensa? L’Aikido può essere utilizzato per la difesa personale?
Le antiche arti marziali erano dei metodi di combattimento utilizzate in guerra. L'Aikido deriva da questi metodi quindi sì, può essere efficacemente utilizzato come metodo di difesa personale. Ma non dimentichiamo che un'aggressione può essere sia fisica che verbale che delle volte è la più difficile da affrontare. Se riusciamo ad essere in armonia con noi stessi allora saremo in grado di affrontare qualunque aggressione.

Come descriverebbe il suo modo di praticare Aikido?
All'inizio della pratica il mio Aikido era molto duro, forte e rigido perché quando si è giovani si cerca il combattimento, lo scontro e la competizione. Con gli anni la pratica è diventata più morbida, precisa e la ricerca si è spostata sul cercare gli angoli di entrata giusti, la maniera più efficace di provocare uno squilibrio e di eseguire una tecnica per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Ora mi concentro soprattutto nella ricerca del sentire, del percepire. Per non cadere nell'esoterico, intendo dire sentire le piccole variazioni che permettono di capire ad esempio dove l'allievo ha spostato il suo peso, dov'è il suo centro, tanden, ma anche dov'è la sua attenzione. Per questo è molto utile studiare la respirazione e le meditazione che pratico sin da quando ho cominciato a praticare l'Aikido. Penso che la respirazione e la meditazione siano una pratica fondamentale, non solo per l'Aikido e tutte le arti marziali in genere ma per la vita stessa.

Sappiamo che è anche esperto di spada Giapponese. La pratica della spada Giapponese, ha influenzato la pratica del suo Aikido?
Da molti anni pratico costantemente il Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu, una scuola di scherma tradizionale Giapponese. Lo studio della spada come forma di combattimento armato ha influenzato moltissimo la mia comprensione dell'Aikido e la maniera di praticarlo, mi ha aiutato a meglio comprendere i principi tecnici che ci sono alla base dell'Aikido ma anche la strategia che c'è dietro un combattimento che, dal punto di vista dell'Aikido, si traduce nel controllo di uno o più avversari


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La pratica nel nostro dojo avviene sotto la guida del M° Stefano Romagnoli, VI Dan Aikikai