Igor e Alessio

橋流柔術

La pratica del ju jutsu per i non vedenti

Benvenuti in questa sezione del sito dedicata alla pratica di questa meravigliosa disciplina per chi è non vedente o ha un deficit sensoriale inerente alla vista.

Ci presentiamo con un breve video.

Siamo due istruttori di arti marziali non vedenti (Igor Zanzi e Alessio Carosi - ndr) e in queste poche righe vorremmo trasmettere al lettore che cosa significa e quali enormi vantaggi ha portato nelle nostre vite questo percorso che ebbe inizio nel lontano 2002.

Come l'inizio di ogni nuova esperienza, ci avvicinammo alla pratica del ju jutsu tradizionale con entusiasmo, ma allo stesso tempo con dei grandi dubbi legati alla pratica avendo di fatto una disabilità visiva. Dubbi che poi furono presto fugati nel tempo, questo grazie all'apertura mentale e  allo spirito di adattamento che abbiamo trovato nel nostro Maestro che ha saputo guidarci nel cammino che ancora oggi percorriamo.
Prescindendo da una preparazione atletica necessaria per acquisire le varie abilità motorie, il ju jutsu è apparentemente una disciplina marziale basata sull’uso della vista. Questa è tuttavia solo una visione superficiale e, come ogni punta di iceberg, cela al di sotto un mare di segreti che non appaiono ad un occhio poco attento. Muovendo I primi passi in un territorio inesplorato, imparammo col tempo che entrando a contatto fisico con il corpo dell’avversario è possibile gestirlo sino a finalizzare le tecniche che caratterizzano i vari stili di ju jutsu. Così via via, con l'esperienza fatta sulle nostre persone, cominciammo a scartare le tecniche scarsamente produttive, mentre affinando e riadattando quelle che permettevano dei passi in avanti, abbiamo arricchito il nostro bagaglio tecnico/sensoriale.

Sarutenage
Taiotoshi
Hijikansetsu
Toritsuke

Senza entrare in tecnicismi, è da mettere in risalto un aspetto fondamentale: le percezioni corporee che esulano dalla vista, permettono di controllare l'avversario a prescindere se il contatto è totale o parziale. A volte è sufficiente agganciare un dito per concludere con successo il controllo sull'aggressore.
È difficile trasmettere in poche righe che cosa e quali sono le percezioni sensoriali che ognuno di noi ha dentro di sé; il corpo umano, se addestrato correttamente, è permeato di recettori che consentono di percepire la realtà che ci circonda. Quando si chiudono due occhi, se ne aprono altri cento. Questo per un motivo molto semplice: percependo la realtà principalmente con il senso della vista si è fuorviati da esso, in quanto si tende a mettere in secondo piano le percezioni degli altri sensi, e non si pensi erroneamente che siano soltanto quattro. Con questo non si intende trasmettere che è meglio non vedere, al contrario, ma dato che la percezione della realtà è fornita dai nostri recettori, la differenza avviene quando si impara a porre sullo stesso piano tutte le percezioni che i nostri sensi forniscono.

Con l'addestramento dunque abbiamo fatto la differenza, trasformando uno svantaggio in un vantaggio.

Un punto di svolta fu la pratica dello Iaidō, (arte dell'estrazione della spada), nello specifico della scuola Hoki Ryu, una scuola antica di questa disciplina. La pratica di estrazione e taglio ha insita in sé una caratteristica importante: essa costringe ad esser estremamente precisi ed ordinati nelle azioni e ciò permette di affinare le percezioni e di centrare bene i movimenti che devono esser effettuati con estrema precisione. Questo ha permesso dunque di prendere coscienza di ogni parte del corpo ed indirettamente ha portato con sé degli enormi benefici nella pratica del ju jutsu tradizionale.

Un altro capitolo del nostro percorso è stato determinato dalla pratica di uno stile estremamente efficace e diretto nelle sue tecniche: l'Asayama Ichiden Ryu, nella sua forma disarmata, ha permesso un ulteriore slancio in avanti. Lo studio per gradi permette a tutti, ma a maggior ragione ad un non vedente, di esser estremamente efficace e consapevole delle proprie azioni. Per imparare a muoversi bisogna prima imparare a stare fermi, ed è proprio il primo livello di questo studio che fa eseguire le tecniche senza spostamenti. All'inizio la posizione statica permette al non vedente di concentrarsi percependo la realtà con gli altri sensi per poi poter agire tempestivamente appena avviene il contatto con l'avversario. Interiorizzate le abilità di questo primo livello, la dinamicità nei movimenti unita agli spostamenti del corpo vengono acquisite nei livelli successivi che il percorso prevede. Come l'acqua che si infiltra negli anfratti più  angusti e prende la forma del letto in cui scorre, o ancora del contenitore che la contiene, o come il mare che esprime la sua potenza con grandi onde, allo stesso modo il praticante di arti marziali aspira ad acquisire queste qualità, divenendo adattabile, o cedevole, o potente, a seconda della situazione in cui si trova.
Sapere, saper fare ed infine saper essere, sono gli step che ci hanno guidato nell'acquisire una crescente coscienza e consapevolezza in questo percorso di vita.

Ryotedori
Eribiki
Chuden Zanzi
Shoden Carosi

È difficile spiegare con parole come la pratica di queste discipline viene interiorizzata dal proprio essere, modificando in maniera positiva la propria vita al di fuori del tatami. Prescindendo da concetti come il rispetto, l'educazione e quant'altro le discipline marziali hanno insite in loro, a livello di vita quotidiana in qualità di non vedente, si può certamente affermare quanto segue: la pratica del ju jutsu è uno strumento potente ed ha nettamente migliorato la capacità di analisi ambientale e controllo a livello sensoriale dell'ambiente stesso (zanshin). Favorendo di fatto una maggiore abilità nel sapersi districare nelle mille barriere ed ostacoli che si incontrano negli spostamenti da un luogo all'altro, e non da ultimo, una maggiore sicurezza personale nell'affrontare le insidie alle quali siamo sottoposti vivendo nelle giungle metropolitane odierne. l'enorme bagaglio acquisito negli anni nelle sue mille sfaccettature, ha favorito da una parte la consapevolezza di poter, all'occorrenza, curare la propria incolumità e quella altrui e, dall'altra, la crescita personale, nonché l'autostima, elemento essenziale in un percorso come questo che ci ha permesso, ancora una volta, di abbattere le barriere dell'handicap stesso. In conclusione, possiamo e vogliamo consigliare questo percorso di vita, a maggior ragione per chi ha una disabilità visiva. Ognuno potrà per gradi cogliere quanto desidera, fino a raggiungere anche la soddisfazione personale di poter trasmettere tutte le proprie conoscenze ad altre persone, giungendo al livello dell'insegnamento.


Sample media

Il metodo per la pratica del Ju Jutsu per i non vedenti è stato sviluppato, partendo dalla base tecnica della Hashi Ryu Ju Jutsu e della Asayama Ichiden Ryu, dal M° Maurizio Germano